Mal’Aria, Rapporto Legambiente sulla qualità dell’aria: il Veneto è malato e disinteressato alle possibili cure

Per nulla incoraggiante il dossier Mal’Aria sullo stato dell’aria del Veneto per l’anno 2014 redatto da Legambiente Veneto. In una sessantina di pagine ecco spiegato, dati Arpav alla mano, quello che abbiamo respirato: di certo niente di buono, con un Veneto che si attesta al secondo posto, dopo la Lombardia, nella classifica delle “arie regionali” più inquinate. Un secondo posto che di cui vorremmo far volentieri a meno. Il Veneto, per inquinamento, batte capitali del calibro Parigi, Londra e Berlino.

Secondo Legambiente, un 2014 all’insegna dell’insalubrità atmosferica che continua con un 2015 per nulla differente: solo nei primi venticinque giorni di questo nuovo anno città come Vicenza, Venezia e Treviso hanno già raggiunto la metà dei superamenti massimi annuali di PM10 previsti dalla normativa. Una situazione che, sempre secondo Legambiente, è davvero fuori controllo.

E di sicuro non possiamo non pensare ai fatti di fine dicembre – inizio gennaio quando la Provincia ha appunto esortato i Sindaci ad emenare divieti di fuochi all’aperto, divieto recepito molto in ritardo dalla nostra amministazione e dopo nostro sollecito. 

Un Veneto malato che, secondo il rapporto, è anche un pessimo paziente perché disinteressato alle possibile cure. Disinteressato e recidivo: dopo tre anni dall’ultima condanna, aperta nel luglio scorso una nuova prodecudura europea di infrazione relativa alla mancata applicazione della direttiva 2008/50/CE proprio a causa dei continui sforamenti dei livelli di PM10 nel periodo 2008-2012. Ci aspettiamo una seconda condanna e, visti i risultati presentati per il 2014, una terza procedura d’infrazione.

PM10, una sigla a noi ben nota, combattuta a suon di “domeniche ecologiche” e belle parole; ma la realtà tracciata è ben’altra. In quest’ultimo anno il 92% delle centraline dell’Arpav distribuite sul territorio veneto ha superato i 35 giorni consentiti di sforamento ai livelli critici di PM10. Tra i capoluogo di – ex – provincia, Treviso è al terzo posto con 58 giorni da bollino nero; a salvarsi solo Belluno con solo 2 sforamenti all’anno. Per quanto riguarda gli altri inquinanti, ozono troposferico, biossido di azoto, PM2,5, secondo l’Arpav vi è un miglioramento della situazione: miglioramento apparente e non di fatto perché dobbiamo ringraziare la pioggia caduta lo scorso anno e che ha pulito l’aria.

Le cause di tali livelli sono molteplici ma ampiamente note – il traffico, il riscaldamento domestico, le attività industriali – ma la causa principale è il totale e continuo disinteresse delle istituzioni, regionali e nazionali, verso politiche ambientali davvero incisive e durature, magari meno d’effetto e non sull’immediato, ma che danno risultati più duraturi e decisivi. Stiamo parlando di vere politiche di mobilità sostenbili che riescano a soppiantare la dipendenza cronica dall’auto e dai camion a favore di trasporto pubblico su gomma o rotaia e bicicletta, di nuove politiche dedicate al risparmio energetico delle abitazioni, di abbandono dell’incenerimento dei rifiuti, del termoelettrico “sporco”, della sovrapproduzione di cemento. Parliamo anche di nuove politiche ambientali volte al monitoraggio delle emissioni atmosferiche delle aziende, piccole medie o grandi che siano, con un maggior controllo e maggiori sanzioni. In sostanza servono istituzioni più coraggiose, capaci di politiche di ampio respiro, impegnative ma anche in grado di creare un significativo rilancio economico, ma anche di piccoli provvedimenti, quale il divieto delle combustioni all’aperto, che se non possono cambiare la situazione, almeno danno il segno della consapevolezza del problema e della volontà di fare qualcosa.

Il dossier Mal’Aria è scaribile al sito di Legambiente Veneto.

Spread the love

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *