Il maggior consumatore europeo di pestici? L’Italia.

AriaNova sostiene l’appello del Tavolo delle Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica: “Il PAN PESTICIDI approvato continua a favorire le multinazionali della chimica”.

Nelle acque italiane, superficiali e sotterranee, un micidiale cocktail. Gli ingredienti? Ben 175 pestici. Parla chiaro il rapporto pubblicato in questa fine di febbraio 2015 dall’Ispra – l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – e basato su dati raccolti nel 2012, riprendendo e confermando l’allarme diffuso dalla rivista Science da cui emerge che l’Italia è il maggior consumatore europo di pestici, in rapporto alla superficie coltivata. Rispetto agli altri paesi dell’Europa Occindentale, infatti, l’Italia registra un consumo pari a 5,6 chili di pesticidi per ettaro all’anno, valore doppio rispetto a Francia e Germania.

Fitofarmaci e punti di concentrazione: il 17,2% dei punti monitorati nelle acque superficiali presenta concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali. Cresce, oltre alla quantità, anche la varietà dei pesticidi rilevati: dai 118 del bienno 2007-2008 e i 166 del 2010, nel 2012 sono ben 175 le tipologie di pesticidi presenti.

A raccogliere l’allarme il Tavolo delle Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica, tornate a riunirsi attorno al tema del Piano di Azione Nazionale (PAN) sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi previsto dalla direttiva europea del 2009 e adottato in Italia solo nel 2014. Come sottolinea il Tavolo delle Associazioni, il PAN non contiene proposte concrete volte a tutelare la salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente. Oltre a non prevedere azioni di riduzione dell’uso dei pesticidi, in PAN approvato, secondo il Tavolo delle Associazioni, “continua a favorire le multinazionali della chimica” perchè non stabilisce precisi obblighi d’uso e quantità se non quelli segnalati nelle etichette dei prodotti, ovvero quelle segnalate dalle case prodruttrici stesse.

Secondo il Tavolo delle Associazioni “il rischio è che le multinazionali della chimica continuino a condizionare l’applicazione delle politiche europee nel nostro Paese e la destinazione di miliardi di euro di soldi pubblici che verranno spesi da qui al 2020 con l’applicazione della PAC, la politica agricola comunitaria. La stessa nuova programmazione dei Programmi di Sviluppo Rurale dalle Regioni per le misure agroambientali rischia di essere destinata sempre più a pratiche agronomiche che prevedono l’uso massiccio di pesticidi. Bisogna invece favorirne la reale riduzione principalmente attraverso la conversione al biologico, premiando quelle aziende agricole in grado di fare a meno dei pesticidi e  che producono benefici per tutti: cibo sano, tutela dell’ambiente e della biodiversità agricola e naturale”.
 
La richiesta avanzata dal Tavolo delle Associazioni è chiara: che i provvedimenti in attuazione del PAN seguano un iter trasparente perchè riguardano temi fondamentali per tutti i cittadini come tutela della salute e dell’ambiente e che dovranno essere in primo piano per il nuovo periodo della programmazione dei fondi comunitari. Per questo il tavolo delle Associazioni ha chiesto un incontro al Ministro dell’Agricoltura e alle Regioni ma le lettere inviate all’inizio di dicembre non hanno ricevuto ancora nessuna risposta.

Fanno parte del Tavolo: Aiab, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FAI, Federbio, Firab, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Slowfood, Touring Club Italiano, Associazione Pro Natura,SIEP, UpBio WWF.

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