Arianova: troppi impianti a pseudo biomasse a Pederobba

Arianova, di concerto con l’Amministrazione, sta seguendo la vicenda delle tre nuove richieste di impianti a biomasse per Pederobba. La nostra zona è già molto stressata ambientalmente dal più grande co-inceneritore di pneumatici d’Italia. Non sembrerebbe è il caso di aggiungere altro inquinamento, specialmente se inutile…

LA TRIBUNA SABATO, 09 LUGLIO 2011

Pagina 30 – Provincia

MASSIMO GUERRETTA

 PEDEROBBA. Nuovo incubo per gli ambientalisti di Pederobba: l’impianto a biomasse. La Laser Industries ha presentato la richiesta di attivazione, lunedì il sindaco Baratto sarà in Regione per discutere con la commissione tecnica. Ma Arianova avverte: «Fermeremo il piano».
 La pratica volta ad ottenere I documenti per ottenere l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianto di produzione combinata di energia elettrica e termica è stata consegnata all’ufficio urbanistica comunale, e lunedì sarà in discussione alla commissione tecnica regionale all’Ambiente. La Laser Industries, nota azienda del territorio, punta a realizzare in fretta l’impianto a biomasse, ma il sindaco Raffaele Baratto vuole vederci chiaro: «Abbiamo bisogno dei dati dell’Arpav e della Regione – spiega il sindaco – l’azienda è seria ed è conosciuta, l’impianto sorgerebbe in zona industriale e per questo l’area non è male. Ma vogliamo capire bene tutte le dinamiche, e avere tutte le assicurazioni del caso per emissioni e rumori. Siamo lì per discutere, se ci sarà qualcosa che non va cercheremo di mediare». Se l’amministrazione comunale ha già rizzato le antenne, il comitato ambientalista di Arianova non vuole sentire ragioni: l’impianto non s’ha da fare. «Abbiamo già presentato le nostre osservazioni – attacca Daniela Pastega, responsabile di Arianova – basta parlare di olio di colza di dubbia provenienza, la qualità dell’aria di Pederobba è tutt’altro che buona, non possiamo pensare che arrivi un co-generatore. Per questo tipo di impianto si afferma di utilizzare combustibili rinnovabili, ma risultano convenienti soltanto perché usufruiscono del conto energia. Ma il combustibile arriverebbe dall’est europeo: anche se materiale con certificato di “tracciabilità” questi impianti sono non sostenibili perchè il materiale non deriva da un processo agricolo e deve essere trasportato su camion per migliaia di chilometri».

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