Monselice, Italcementi, per il TAR niente cementifici nel Parco Colli

maggio 2011

MONSELICE Accolto il ricorso presentato dai comitati “Lasciateci respirare” e “E noi”

Il Tar Veneto boccia il revamping «È un nuovo impianto per un nuovo ciclo produttivo in contrasto con il Parco Colli»

Il Tar boccia il revamping Italcementi, sculaccia la presidenza del Parco Colli, condannandola alla refusione delle spese di lite, nonchè l’intera giunta provinciale.
I giudici hanno dato ragione ai comitati ambientalisti “Lasciateci respirare” e “E noi”, che la pubblica amministrazione avrebbe voluto estromettere dal contenzioso. “Qualunque soggetto portatore di interessi pubblici o privati – rammenta il collegio giudicante – cui possa derivare un pregiudizio dal provvedimento, hanno facoltà di intervenire nel procedimento”. È la legge italiana a dirlo, legittimando anche i comitati spontanei che si costituiscono allo scopo di proteggere l’ambiente, la salute, la qualità della vita delle popolazioni residenti in un territorio circoscritto. E tale norma è coerente con la direttiva europea che riconosce legittimazione alle associazioni ambientaliste a ricorrere contro provvedimenti che autorizzano progetti di impatto ambientale.
Ed è il caso del revamping Italcementi. “Il progetto approvato comporta una modificazione del paesaggio circostante in considerazione dei nuovi manufatti da costruire”. L’indice è puntato sulla torre di 90 metri, sulle tubazioni della linea di macinazione a 70 metri di altezza: “Non contengono, ma aggravano l’impatto paesaggistico”. L’attuale cementeria – osservano i giudici – è destinata ad essere dismessa il 31 marzo del prossimo anno. Il revamping rappresenta un nuovo impianto che sostituisce quello in dismissione, destinato a durare 28 anni, che avvia un nuovo ciclo produttivo. “Le emissioni prodotte dal nuovo impianto, al fine della valutazione dell’incidenza sulla qualità della vita, non vanno quindi comparate con le emissioni prodotte dall’impianto obsoleto, bensì con la situazione di assenza dell’impianto”.
Il Parco non doveva rilasciare l’autorizzazione paesaggistica. Perchè in totale contrasto con in Piano Ambientale, che sancisce come le cementerie siano incompatibili con il Parco. Il progetto Italcementi va oltre la normale manutenzione di un impianto destinato a cessare fra pochi mesi. È secondo il Tar un impianto nuovo, di durata quasi trentennale, con un nuovo ciclo di produzione. Quindi è incompatibile con le finalità di tutela ambientale del Parco. In conclusione il progetto non poteva ottenere l’autorizzazione rilasciata dalla presidente Chiara Matteazzi il 13 dicembre scorso. L’annullamento si estende anche alla delibera di compatibilità ambientale della giunta provinciale del 29 dicembre successivo, perchè adottata sulla base di un’autorizzazione paesaggistica illegittima.

FONTE Il Gazzettino


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