Vasca di laminazione e nuova cava di Curogna: lo studio indipendente dimostra che le premesse tecniche sono errate

Il Coordinamento “Aria che Voglio” (Arianova, Gruppo Consiliare Bene in Comune, Meetup 5 Stelle), ha presentato i risultati di uno studio idraulico molto rigoroso che dimostra che la cassa di espansione naturale già esistente, permette un sufficiente deflusso dell’acqua rendendo ininfluente il bacino artificiale.

Il Coordinamento Aria che Voglio, a cui Arianova aderisce assieme al Gruppo Consiliare Bene in Comune e al Meetup 5 Stelle, ha presentato alla Regione i risultati di uno studio idraulico ed idrologico eseguito dallo Studio Associato Cargnel Geologia & Ingegneria di Belluno.

Lo studio ha utilizzato dati e studi sulle piene del Curogna effettuati fin dai primi anni sessanta e ha valutato la vasca di laminazione in progetto utilizzando le linee guida ministeriali che regolano la costruzione delle opere finalizzate al controllo delle piene.

Dalle simulazioni condotte nel nuovo studio si arriva a concludere che:
– la cassa di espansione già esistente, cioè il bacino naturale del torrente, permette un sufficiente deflusso dell’acqua rendendo ininfluente il bacino artificiale
– in caso di piena il torrente Curogna rimane confinato nel suo alveo senza coinvolgere le aree a valle

Il Coordinamento Aria Che Voglio chiede quindi alla Commissione VIA un’opportuna verifica dello studio e delle sue conclusioni emerse da procedure validate dalle stesse Istituzioni.
Autorizzare un’opera devastante per l’ambiente, la biodiversità, il paesaggio di un territorio meraviglioso, sarebbe accettabile solo come ‘male minore’ rispetto ad un effettivo e provato rischio idrogeologico.
Non è invece accettabile procedere ad una simile devastazione se non ci sono reali motivi di tutela per la pubblica incolumità.

Foto a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale del Veneto.

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